Il nuovo Pinocchio? Un grande no.

Nel mondo dell’educazione e della pedagogia l’opera letteraria di Pinocchio è considerata uno dei capi saldi dei romanzi di formazione.

Pinocchio come opera ha avuto tantissime rappresentazioni grafiche o video, sono stati fatti tantissimi cartoni animati, film e serie tv. Sicuramente il Pinocchio a cui pensiamo nel nostro immaginario è quello rivisitato nel cartone animato di Walt Disney..

Questa versione forse è quella che ci viene spesso più in mente perché è poi quella più “edulcorata”, la storia vera e propria contiene passaggi ancora più inquietanti proprio per far assumere ai bimbi un maggior senso di responsabilità commisurato alla sensazione di paura ed abbandono.

Se non avete mai letto l’originale di Collodi vi invito a farlo, se non posseggono questo libro i vostri nonni o genitori su Amazon se ne trovano tantissimi ma vi consiglio soprattutto la bellissima edizione illustrata di Ippocampo Edizioni.

Come saprete da un po’ Disney sta svolgendo un’operazione di portare in formato video i suoi vecchi classici animati e l’ultima fatica ha visto protagonista proprio il discolo burattino di legno.

Sebbene sia in questo che così come gli altri remake sia esplicita la sola ispirazione alla precedente opera, a mio parere con questo film siamo andati un po’ fuori dal tema. Ci sono alcune cose che educativamente non mi sento di approvare e altre che invece meritano di essere discusse. Ma per farlo necessito di fare alcuni Spoiler, quindi

3….

2…

1…

In questo film si parte con un retroscena su Geppetto che sembra aver perso moglie e figlio in circostanze misteriose. Se il film avesse analizzato meglio l’elaborazione del suo lutto e parlato più di lui sarebbe stato davvero azzeccatissimo, perché Tom Hanks è eccellente ma decisamente non può reggere tutto da solo.

Durante alcune inquadrature vediamo gli orologi di Geppetto con alcuni personaggi Pixar. Bella l’auto citazione disneyiana ma… magari meglio Biancaneve o Red & Toby.

Ma al Primo Posto per inquadratura e scena sconvolgente per me c’è quella in cui Pinocchio esplora un po’ il mondo intorno a se, e sta per un minuto chinato a osservare la pupù di un cavallo, intenzionato non capiremo mai (per fortuna) se a mangiarla o toccarla.

Lo so, eh, qui i bravi direbbero “ma vedi è una citazione agli stadi di Freud”, no ragazzi è perché la pupù fa ridere, ma un atto inquadrato così a lungo può far venire l’idea dell’imitazione.

Parliamo del politically correct

In ogni film ormai lo abbiamo capito, per renderli più inclusivi e moderni, vengono inseriti personaggio di diverse etnie e/o orientamenti sessuali diversi, fin qui tutto giusto e tutto bene. Anche se parliamoci chiaro, nessun bambino è razzista o omofobo, e queste azioni si fanno per marketing( non che questo escluda che dietro ci sia davvero un desiderio di inclusione ). Però a volte in nome del politicamente corretto ci si dimentica che i prodotti visivi, letterari e talvolta persino l’abbigliamento, hanno l’implicito, ma preciso diritto/dovere di portare con sè tutto il retaggio storico che gli ha portati ad evolversi fino al momento in cui gli stiamo guardando. Nel caso di Pinocchio ho trovato fuori luogo l’inserimento di persone afro discendenti nella campagna toscana degli anni 80 dell’800. O meglio l’inserimento totale, quando se anche non abbiamo i numeri sulla presenza abbiamo però chiare dimostrazioni che non sarebbero stati così ben inseriti.

Insomma va bene che siamo in una sorta di fantasia ma allora o caliamo tutto in fantasia o insegnamo, si insegna anche attraverso quello che non c’è. Sempre su questo filone scena ancora più denigrante per me quella in cui, una signora che sembra essere una sorta di assistente scolastica, accompagna dei bambini a scuola, tutti legati da una corda, e in questa posizione lei si trova infondo, come a dire “abbiamo messo una donna afro discendente qui, sappiamo che non c’era, ma vedi tu adulto, la vedi in fondo, dietro ai bambini, perché in effetti se ci fosse stata al massimo stava lì.” Perché diciamocelo la Disney non fa questi film per i bambini di oggi, ma per noi che gli abbiamo fatto vivere i tempi d’oro e che siamo troppo affezionati a quei vecchi cartoni animati. A questo punto avrei preferito un Geppetto di colore o un contesto molto più fantastico, già so che ci sono polemiche per la nuova sirenetta ma quella è un opera che non ha mai preteso di essere un romanzo di formazione e di essere calata nella realtà .

Questo è un po’ quello che penso riguardo a questo film che onestamente vi sconsiglio.

A presto

fa aziendalmente ques

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